Il processo di digitalizzazione del voto elettorale

La votazione elettronica è una nuova modalità che potrebbe cambiare in meglio tutto il procedimento elettorale, dai costi organizzativi e logistici legati allo Stato Italiano e ai votanti che sono costretti a tornare nel proprio comune di residenza per esprimere il voto. Scopri nell'articolo come la digitalizzazione del voto potrebbe garantire un maggiore numero di votanti.

digitalizzazione-voto

Arrivare finalmente a poter votare anche in maniera digitale sarebbe un passo che andrebbe a cambiare il processo elettorale, sia in termini economici – dai costi organizzativi e logistici che servono in un’occasione come questa – sia, probabilmente, in termini di partecipazione più semplice e diretta dei votanti.

 

Il voto cartaceo è un ostacolo per i fuori sede

La procedura in corso viene sempre più vista come rigida e insostituibile, non al passo con i nostri tempi in cui ogni passo burocratico è praticabile da remoto e digitalmente, almeno per una buona fetta di popolazione.

Tra meno di un mese, precisamente domenica 25 settembre dalle ore 7 alle ore 23, gli elettori aventi diritto potranno tornare ai seggi elettorali per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Le opinioni sulla non utilizzazione del voto digitale vengono riportate dai mezzi di comunicazione. Ad esempio esiste molta differenza tra chi abita all’Estero e chi invece si trova all’interno dei confini nazionali ma, per qualsiasi ragione, non nel comune di residenza. I primi sono messi nelle condizioni di votare senza dover tornare in Italia utilizzando la corrispondenza, mentre i secondi dovranno valutare tempi e costi del loro spostamento per esprimere il voto. E questa è una contraddizione che al giorno d’oggi ha veramente dell’incredibile.

Infatti, la maggior parte degli aventi diritto che non vivono nel loro comune di residenza sono quasi 4,89 milioni, di cui circa 1,7 milioni per quanto riguarda gli Under 35. Stiamo parlando principalmente di studenti fuori sede, stagisti e giovani lavoratori che devono quindi decidere se intraprendere un viaggio anche di molti chilometri e molto spesso dalle città del Nord Italia verso quelle del Sud. Opzione che in molti casi è troppo costosa e/o difficile logisticamente.

Si pensa che, nonostante la presenza di sconti da parte di alcune compagnie di trasporti ma anche a causa della domanda altissima e del momento storico in cui ci troviamo, i biglietti costano molto di più rispetto ad altri periodi dell’anno. E non tutti coloro che vogliono votare riusciranno a trovare un posto.

Inoltre, il problema non è solo di tipo economico ma anche di tempistiche, e sostenere viaggi così impegnativi per un solo weekend – che sia per un lavoratore o per uno studente – può diventare molto pesante.

Per questo motivo ci troviamo di fronte al fenomeno dell’astensionismo involontario, in cui migliaia di aventi diritto al voto, non potendo sostenere il viaggio, non hanno la possibilità di tornare anche in giornata a casa e ne consegue che non potranno esprimere la votazione.

 

I primi passi verso la digitalizzazione del voto: a che punto siamo?

Il voto in via digitale è già possibile in alcuni paesi del mondo in cui è possibile fare qualsiasi, o quasi, operazione burocratica, mentre in Italia nel seggio elettorale funziona ancora lo storico registro cartaceo in cui l’addetto mette la “crocetta” nel momento in cui ci si presenta e distribuisce ai votanti un foglio cartaceo in cui si inserisce un’altra “crocetta”.

Nonostante vari appelli e sollecitazioni, in Italia non esiste alcun metodo per poter votare se non tornando nel proprio comune di residenza.

Avrebbe anche dovuto essere inclusa nella Legge di Bilancio dell’anno 2020 e poi in quelle successive, per “aggiornare” tutte quelle modalità che ognuno di noi incontra nel quotidiano: come mandare una pratica o una richiesta in Comune, entrare nella propria posizione Inps o poter consultare il proprio Fascicolo Elettronico per scaricare la propria documentazione medica, mentre poter votare recandosi semplicemente nel comune in cui ci si trova in quel momento sembra continuare a non essere possibile.

Purtroppo la sperimentazione della votazione elettronica è stata posticipata di anno in anno fino ad arrivare al 2023 con il D.L. 41/2022, art 6, comma 3, in cui si ribadisce il fatto che è stato stanziato un Fondo da un milione di euro presso il Ministero dell’Interno per introdurre in via sperimentale questa nuova modalità.

Dunque ci troviamo sempre in questa situazione “di stallo” in cui lo Stato Italiano non riesce a comprendere tutti i vantaggi (economici, organizzativi, logistici, ecc.) che porterebbe questo nuovo metodo digitale, non solo per una giornata di elezioni ma anche per tutte le altre attività quotidiane che verrebbero cambiate per il meglio.

 

La proposta innovativa di NEXiD

A tal proposito il Team di NEXiD ha ideato un’applicazione chiamata i-Voting che serve per organizzare una votazione o un sondaggio palese in modo totalmente sicuro grazie alla tecnologia Blockchain e a cui si accede attraverso lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). Questa applicazione è la prima che utilizza la DLT, cioè la Distributed Ledger Technology che rende tutti i voti sicuri e non modificabili.

Inoltre, vi invitiamo a leggere una lettera aperta al governo scritta da ClubTI Milano, un’organizzazione senza scopo di lucro che dal 2017 lavora con esperti del settore per promuovere l’uso di SPID, di CIE (Carta di Identità Elettronica) da parte anche di imprese, in cui si cerca di sensibilizzare le istituzioni sulla necessità urgente di diffondere e abilitare l’utilizzo dei servizi digitali anche nei settori privati.

Leggi qui https://clubti4spid.it/lettera-aperta-al-governo/

 

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