Non esiste una definizione condivisa di metaverso, sappiamo però che il termine è stato coniato nel 1992 dallo scrittore statunitense Neal Stephenson nel suo romanzo cyberpunk Snow Crash: in questo libro il metaverso è immaginato come una sorta di realtà virtuale in cui ognuno può muoversi e interagire attraverso l’utilizzo di avatar personalizzati.
Più semplicemente possiamo dire che è una piattaforma estesa in cui esistono numerosi spazi digitali interconnessi in modo tale da potersi spostare facilmente da uno all’altro, e in cui è possibile creare oggetti ed esplorare posti insieme ad altre persone che in realtà possono essere distanti nella vita reale.
Siamo soltanto agli inizi e al momento ci è difficile immaginare come sarà il metaverso tra dieci o venti anni. Tutte le aziende che stanno già muovendo i primi passi nel metaverso non hanno dubbi a riguardo: si potrà fare tutto – o quasi – quello che ora facciamo nel mondo reale. Si potrà viaggiare in altre città e fare tour e visite guidate, si potranno organizzare meeting di lavoro, partecipare ad un concerto, andare allo stadio e vedere la partita, assistere ad una sfilata di moda, creare e vendere oggetti e molto altro ancora. Alcune fra le cose elencate suonano familiari, vero? Sì, perché alcune tra le principali piattaforme hanno già sperimentato, ad esempio, sfilate (vedi la Fashion Week su Decentraland), partite di serie A (Milan-Fiorentina su The Nemesis) ed eventi musicali (Su The Sandbox e Decentraland).
Vediamo nel dettaglio a che punto siamo oggi e come si prospetta il futuro secondo importanti società di calibro internazionale.
A che punto siamo oggi
Oggi esistono oltre 40 metaversi, frequentati da circa 350 milioni di persone.
Questi mondi virtuali sono molto diversi l’uno dall’altro:
- Per la tridimensionalità degli ambienti;
- Per le impostazioni, che possono essere più orientate sul gioco o sul lavoro;
- Per l’utilizzo o meno di una blockchain per codificare il funzionamento interno;
- Per la modalità di accesso: questo perché alcuni metaversi hanno la possibilità di accedere solo tramite un visore, mentre per altri basta utilizzare anche uno smartphone.
In questo momento i mondi virtuali che si stanno espandendo rapidamente sono quelli che hanno un iter più facile per accedere e che non richiedono l’uso di un visore VR. L’unica cosa che serve è un dispositivo connesso ad Internet.
A volte non serve nemmeno creare un account ma si può entrare facilmente inserendo le credenziali dei social network come per Horizon Worlds, il metaverso di Meta. Se da una parte Horizon ha un accesso immediato, dall’altra occorre tener presente che al momento è possibile entrare nel mondo virtuale di Mark Zuckerberg soltanto con un visore, ma stanno già lavorando per renderlo accessibile anche dal web e da mobile.
Il CEO di Meta afferma che all’interno del suo metaverso, le persone avranno la sensazione di essere realmente “presenti” nelle esperienze e che non si sentiranno come se guardassero attraverso il loro schermo.
Questo anche attraverso gli avatar che sono la nostra riproduzione nel metaverso. Essi diventeranno come le immagini del profilo di oggi, ma anziché essere soltanto immagini statiche, saranno rappresentazioni 3D delle nostre azioni ed espressioni. Attraverso il nostro avatar potremo (e in parte possiamo già) interagire con altre persone in un modo che si avvicina sempre di più a quello del mondo reale, incorporando una modalità di comunicazione che non prevede solo di digitare o toccare ma anche la voce e i gesti.
Il CEO di Meta precisa, però, che c’è ancora molta strada da fare ma per adesso si può vedere la base prendere forma.
http://https://youtu.be/Uvufun6xer8
Quali sono le previsioni per il futuro?
Collegandosi a ciò che ha detto Mark Zuckerberg, il metaverso non sarà completamente maturo prima del 2030. In merito a ciò, Gartner ha tenuto uno studio in cui ha previsto che il metaverso si evolverà in tre fasi sovrapposte: emergente, avanzata e matura.
La prima vedrà opportunità limitate fino al 2024, infatti il mercato sta iniziando a sperimentare applicazioni e tecnologie che contribuiranno a creare un potenziale valore del metaverso. La seconda fase sarà tra il 2024 e il 2027, in cui si presenteranno nuove opportunità più mirate e dirette e molte di queste si concentreranno sul livello di contenuti del metaverso stesso. Mentre dal 2028 in poi, il potenziale del metaverso diventerà sempre più facile e comprensibile da gestire.
In maniera simile a Gartner, Ernst & Young ha spiegato come il metaverso si evolverà moltissimo entro il 2030, così tanto che avrà il valore di 994 miliardi di dollari.
Infatti, secondo le stime di EY, entro il 2026 il 25% della popolazione mondiale passerà almeno un’ora al giorno nel metaverso e il 30% delle organizzazioni avrà a disposizione prodotti e servizi per operarvi all’interno.
Per EY, il potenziale del mondo virtuale arriverà anche grazie al settore artistico, in quanto prevede che gli NFT (non-fungible token) dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nello scambio di beni digitali all’interno del metaverso, offrendo quindi significative opportunità. Infatti tutti gli artisti potranno inserire le loro opere d’arte digitali in spazi virtuali per esporre, acquistare e vendere e attirare sempre più utenti. Si prevede, infatti, che gli NFT arriveranno alla fine del 2022 a 47 miliardi di dollari.
Quindi il metaverso cosa cambierà?
Il metaverso sta gradualmente cambiando il nostro modo di fare acquisti. Ad esempio IKEA, attraverso la sua app Place ha utilizzato la realtà aumentata per disporre i mobili stanze in modo da poter vedere come appariranno nella nostra casa. Oppure aziende come L’Oreal e Avon permettono di provare virtualmente il trucco in modo da poter scegliere la tonalità perfetta.
Il metaverso ci farà vedere un’ulteriore trasformazione nel modo in cui giochiamo (anche se abbiamo già giochi di realtà virtuale), nel modo in cui guardiamo lo sport e ascoltiamo la musica.
Cambierà anche il modo in cui viaggiamo, infatti molti hotel stanno già impiegando la VR come strumento di marketing per creare esperienze immersive che attirano nuovi visitatori. In questo modo possiamo fare escursioni e visite guidate in VR in tutto il mondo.
Il metaverso fornirà nuovi metodi anche per quanto riguarda la nostra salute. Come i chirurghi che utilizzano la realtà aumentata per allenarsi e guidare alcune procedure chirurgiche.
Purtroppo c’è anche un lato negativo del metaverso e visto che ci muoviamo in un mondo virtuale sempre più immersivo sarebbero da considerare. Le più importanti sono Privacy, Problemi di salute, protezione dei bambini, disuguaglianza nell’accesso, hackeraggio dell’identità e la desensibilizzazione.
Per approfondire i lati negativi del Metaverso, leggi l’articolo scritto da NEXiD Edge per Digital360.
NEXiD EDGE idea e sviluppa sistemi di realtà aumentata e virtuale integrabili su siti web e nei dispositivi elettronici più diffusi, tra cui la realtà virtuale condivisa conosciuta come metaverso.
La digitalizzazione della User Experience degli utenti nei processi di acquisto, il coinvolgimento in esperienze di intrattenimento interattive, la sperimentazione di prototipi industriali e l’ottenimento di dati e statistiche in tempo reale sono alcune delle potenziali applicazioni di cui si occupa tale unit con la tecnologia di Virtual e Augmented Reality.